venerdì 20 maggio 2011

Lunedì

Sto ascoltando Lucio Dalla, una canzone che avevo sentito su qualche radio distrattamente, "Lunedì". Sentire la gioia con cui Dalla canta, percepire la scherzosità del suo tono, l'entusiasmo di mettere insieme note e creare qualcosa di nuovo e piacevole, vederlo passare con i suoi soliti occhialini improbabili... sono cose che non possono non mettermi di buon umore. Quell'uomo penso sia uno dei pochi veri artisti che ci sono adesso. E' uno dei pochi che non strazia se stesso e il prodotto della sua fantasia in nome di logiche di mercato, dello stare sulla cresta dell'onda, è uno dei pochi che esula da questo bisogno di produrre, di assicurarsi che gli altri si accorgano di noi, e riesce ad essere apprezzato, essendo se stesso. Ultimamente sto riflettendo molto sul guadagno che si ha ad essere se stessi, anche la persona più noiosa al mondo ha un interesse, qualcosa che gli ha fatto battere il cuore, magari colleziona soldatini, magari va a guardare i topi nuotare nei fiumiciattoli, le cose più improbabili, però sono sicuro che se davvero uno ha una passione riesce ad essere interessante agli altri, illustrando le piccole cose, gli aspetti soggettivi, le angolature che altri non vedono e che solo un appassionato sa vedere. Ho l'impressione che non si riesca più neanche ad essere artisti, che si ricerchi quel risultato, quando il talento è qualcosa di innato, è qualcosa di meraviglioso per gli altri ma che può tormentare chi lo possiede, basti pensare ad un genio assoluto, Vincent Van Gogh. Sono convinto che con l'impressionismo l'arte abbia raggiunto forse il punto più alto della sua storia. Certo la dovizia tecnica dei grandi del passato è indescrivibile, ma quelle opere trasudano vita, trasudano entusiasmo, tristezza, emozioni vere, sono uno specchio sulle vite di personaggi incredibili come Renoir che costretto su una sedia a rotelle si legava i pennelli alle dita per poter dipingere, a dispetto di una malattia articolare. O Pissarro che malato, in vecchiaia si metteva alla finestra e dipingeva lo stesso soggetto, ogni volta che ne aveva il bisogno, perchè smisurato era l'amore per il mondo che stava fuori da quella finestra che si frapponeva fra i suoi occhi e la luce, i colori, i profumi. L'arte non è drogarsi per stimolare la mente a viaggi extradimensionali, non è truccarsi, fingersi poco curati o al contrario abbinare maniacalmente vestiti ed accessori, l'arte la fa la persona, la fanno gli occhi avidi di realtà, le orecchie attente al fruscio delle foglie, il bisogno di esprimere qualcosa, a se stessi e agli altri.

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